Per definizione, i parassiti danneggiano la salute degli animali che li ospitano. O almeno, questo è ciò che fino a poco tempo fa si è sempre ritenuto vero. Eppure, vi è una serie di intriganti studi pubblicati negli ultimi anni che sembrano dimostrare il contrario. Mi riferisco all’ipotesi che un’infezione intestinale da parte di determinati tipi di elminti possa proteggere dallo sviluppo di alcune malattie o addirittura “curarne” altre.

Si moltiplicano infatti in letteratura le evidenze che dimostrano come un’ auto-infezione operata da alcuni specifici elminti possa essere in grado di agire modulando la risposta immunitaria implicata in alcune patologie di tipo auto-immune. Tra queste le più studiate sono attualmente le malattie infiammatorie intestinali e le artriti autoimmuni.

Il sospetto è nato dal riscontro che in quei paesi in cui le parassitosi intestinali sono endemiche vi è la minore prevalenza di malattie auto-immuni. Certo, la ricerca sul microbioma ci insegna che solitamente un minor livello di igiene si associa ad una maggiore ricchezza e varietà sia dell’alfa che della beta diversità batterica e pertanto la spiegazione potrebbe semplicemente risiedere nella composizione del microbioma. Ma il contenuto della cosiddetta ipotesi igienica non è tutto lì.

Gli studi finora eseguiti dimostrano che gli elminti produrebbero alcune sostanze ad azione immunomodulatrice che stimolano la produzione di linfociti-T regolatori (generando una risposta immunitaria Th2) mentre contemporaneamente inibiscono la presentazione degli antigeni agli altri linfociti-T (inibendo così le risposte immunitarie Th1 e Th17). Il problema che ancora non è stato risolto consiste nel capire se questa downregulation della risposta infiammatoria operata dagli elminti possa diminuire in qualche modo anche la risposta immunitaria diretta verso virus e batteri esponendo così l’organismo ad un maggiore rischio di contrarre infezioni.

Per chi è interessato a saperne di più, la trattazione più affascinante (e divulgativa) di questo tipo di problematiche la si deve a Rob Dunn, un ricercatore della North Carolina State University che qualche anno fa ha pubblicato un libro in materia nel quale si esploravano dettagliatamente le ipotesi a favore del recupero di un diverso rapporto con le molteplici forme di vita che hanno forgiato il sistema immunitario dell’uomo. Se l’argomento vi interessa, e volete saperne di più, vi consiglio di partire da lì.