Prima o poi dovremo iniziare a parlarne, dato che il nostro nuovo test WGS è in grado di tracciare anche i funghi che sono presenti nel campione analizzato. Ecco il motivo di questo primo articolo sull’importanza del genoma fungino (micobioma).

Iniziamo pertanto a trattare questo argomento commentando un recente studio che indaga le correlazioni tra metabolismo dell’ospite e micobioma pubblicato circa sei mesi or sono.

Gli autori dimostrano che l’esposizione a una dieta ricca di alimenti industriali porta a differenze persistenti nelle comunità fungine che si associano in modo statisticamente significativo alla deposizione di massa grassa nei topi maschi rispetto ai topi alimentati con diete tradizionali.

La deposizione di grasso nel fegato, l’adattamento trascrizionale dei tessuti metabolicamente attivi e i livelli di biomarcatori metabolici sierici, sono collegati ad alterazioni nella diversità e nella composizione della comunità fungina.

In particolare, le variazioni nei funghi dei generi Thermomyces e Saccharomyces si associano più fortemente a disturbi metabolici e aumento di peso. Wow!

Non sono soltanto le alterazioni delle comunità batteriche ad influire sul metabolismo dell’ospite, come si era creduto fino ad ora. Questi primi dati ci inducono anche a ripensare la formulazione dei probiotici che fino ad ora si sono sempre e soltanto basati su mix di batteri.

A quando dunque i primi probiotici su base fungina?