Negli ultimi anni è andato sempre più aumentando l’interesse da parte degli scienziati per i rapporti che intercorrono tra microbioma e Sistema Nervoso. Si è visto infatti che queste interazioni iniziano già nel corso delle prime fasi di vita del bambino e proseguono per tutta la durata della vita dell’individuo.
La dimostrazione dell’esistenza di una comunicazione tra batteri e cellule del Sistema Nervoso ha permesso di ipotizzare l’esistenza di un asse microbiota-intestino-cervello. Un fatto, questo, che rende possibile tentare di modificare le funzioni neurologiche o psicologiche intervenendo sugli equilibri e la varietà della flora microbica intestinale.
Per quanto la maggior parte di questi studi siano stati condotti su animali i risultati sono assolutamente affascinanti in quanto permettono di capire che i batteri sono in grado di alterare la produzione di BDNF, di sostanze modulatrici del GABA, della serotonina, della dopamina e di una quantità di altri neuromediatori.
Da tutti questi studi si evince chiaramente che i batteri sono in grado di interagire sia con le funzioni cognitive che con quelle emotive dell’ospite. Non deve stupire dunque il riscontrare che quando l’intestino si infiamma, o diviene permeabile, o subisce interventi chirurgici distruttivi il paziente possa sperimentare disturbi cognitivi o emozionali apparentemente inspiegabili.