Si sa da tempo che la presenza di alterazioni della colonizzazione batterica vaginale può essere un ostacolo al concepimento ottenuto tramite fecondazione assistita nelle coppie infertili. Soltanto negli ultimi sette anni si è però riusciti a capire meglio quali siano le specie coinvolte nel delicato equilibrio del microbioma vaginale.
Una scoperta interessante è che il marker predittivo di una fertilizzazione in vitro di successo pare essere la dominanza nella flora batterica vaginale della donna di diversi ceppi di L. Crispatus. Proprio così, alcuni ceppi di Lactobacilli agirebbero da markers di un ambiente “accogliente” per l’ovulo fermentato.
Viceversa, i markers della presenza di una disbiosi che può impedire l’attecchimento dell’ovulo fermentato in vitro paiono essere la presenza di due diverse specie di Lactobacilli: L. Iners e L. Gasseri. Il meccanismo con cui tali batteri agirebbero sarebbe da ricercarsi nella loro capacità di favorire l’agglutinazione e l’immobilizzazione degli spermatozoi.
Va da sè che queste osservazioni hanno portato a raccomandare l’esecuzione di un test del microbioma vaginale in tutte le donne che appartenendo a coppie infertili si rivolgono a un centro per la fecondazione assistita.
Perchè testare soltanto le donne? Il motivo è che da quanto si è visto fino ad ora le alterazioni nel microbioma del liquido seminale maschile non paiono implicate nel successo o nell’insuccesso delle pratiche di fecondazione assitita.