Nel mondo odierno, la perdita di ore di sonno è ormai divenuta più una regola che un’eccezione. Si lavora sempre dí più e si spende sempre più tempo in trasferimenti casa-lavoro, non è strano quindi che si cerchi di massimizzare per quanto possibile le poche ore che restano a disposizione per il cosiddetto tempo libero. E questo, inevitabilmente, causa una deprivazione di sonno.

È noto da tempo che la cronica perdita di ore di sonno aumenta il rischio di sviluppare una quantità di condizioni patologiche, non ultimi i tumori. Poco si sa (e ancor meno si è scritto), invece, in merito al rapporto tra deprivazione di sonno e microbiota intestinale.

Non è strano però immaginare che, stante l’ormai ben nota connessione intestino-cervello, una modifica dei ritmi circadiani possa impattare anche sull’intestino, sia dal punto di vista delle abitudini intestinali che dal punto di vista della ricchezza e della varietà dei microbi che vi sono ospitati.

Si è visto che queste alterazioni possono contribuire all’esacerbazione o allo sviluppo di diverse patologie di pertinenza sia neurologica che psichiatrica. Tra queste vi sono i disturbi cognitivi, i disturbi d’ansia e i disturbi dell’umore.

I meccanismi che si ipotizzano essere alla base di tali alterazioni sono l’aumentata presenza di radicali infiammatori a livello del Sistema Nervoso Centrale, alterazioni nella trasmissione neuronale e alterazioni nella continuità della barriera intestinale causate sia dall’alterazione del ritmo in sè che dalle modifiche delle abitudini alimentari che spesso si associano alla deprivazione di sonno.

Sappiamo inoltre che tali alterazioni possono procedere in maniera bidirezionale in quanto si è visto che anche la presenza primitiva di disbiosi intestinale può secondariamente causare disturbi del sonno.

Come risolvere il problema? La prima azione da mettere in atto dovrebbe essere quella di limitare per quanto possibile la deprivazione di sonno, optando per regole igieniche più rigorose. In secondo luogo possono esssere messe in atto tutte quelle strategie che si sono dimostrate efficaci nella prevenzione (o dove necessario correzione) delle disbiosi intestinali.

La cosa più importante da farsi, quando ormai è chiaro che esiste un problema, consiste nel non improvvisare ma nell’affidarsi a un professionista esperto che sia in grado di intervenire con buon senso e competenza per risolverlo, ricordando che per ogni problema esiste una soluzione.