Esiste un microbiota depressivo? E, in caso affermativo, è modificabile per mezzo di tecniche metagenomiche?
Se tutti i ricercatori sono ormai d’accordo sulla bidirezionalità dell’asse intestino cervello e sulla capacità dei batteri di rappresentare fattori ambientali che sono in grado di influire sull’espressione genica dell’ospite, cosa sappiamo attualmente sui rapporti tra flora batterica ed epifenomenologia depressiva?
Sicuramente la flora batterica intestinale di un individuo affetto da disturbi depressivi differisce in maniera statisticamente significativa da quella di un soggetto eutimico.
Un’altra cosa che è stata recentemente dimostrata è che, trapiantando i batteri provenienti da un individuo depresso nell’intestino di un topo gnotobiotico (germ free), è possibile indurre in quest’ultimo un comportamento depressivo.
Purtroppo al momento non è possibile ottenere il risultato contrario ma questi studi non possono non suscitare ulteriori curiosità sull’influsso che i batteri hanno sul funzionamento del Sistema Nervoso del loro ospite.