Un problema ancora non del tutto risolto riguarda come ripristinare un’adeguata colonizzazione microbica dei neonati nati con parto cesareo, da parte delle loro madri.
Sappiamo infatti che il fatto di nascere con un metodo chirurgico può alterare di molto (ritardandolo) il normale sviluppo del microbiota nel bambino, predisponendo quest’ultimo allo sviluppo di malattie metaboliche e alterazioni immunitarie.
Fino ad oggi il metodo che andava per la maggiore era quello del cosiddetto vaginal swab ideato dalla Prof. Dominguez-Bello della NY University, che consiste nell’impregnare un tampone nelle vie genitali della madre e utilizzarlo per spalmare i secreti della madre sulla pelle e gli orifizi del neonato.
Oggi però sappiamo che esiste almeno un altro modo per ottenere lo stesso risultato. Il nuovo metodo è stato evidenziato da uno studio finlandese effettuato su sette donne e pubblicato questo mese sulla rivista Cell.
Lo studio ha dimostrato come un trapianto del microbioma fecale della madre prelevato nelle ultime settimane prima del parto (dopo un opportuno screening microbiologico, ovviamente) ed eseguito mediante capsule orali (poop pills), fatte ingerire al neonato nei primi giorni di vita, è in grado di conferire al piccolo un profilo microbico praticamente equivalente a quello ottenibile con un parto fisiologico.
Certo, si tratta di un metodo molto più complicato rispetto al vaginal swab, ma siuramente promettente per i risultati che permette di ottenere.