Negli ultimi anni, un’innovazione medica ha attirato l’attenzione di ricercatori e pazienti: le cosiddette “poop pills” (letteralmente, “pillole di feci”). Sebbene il nome possa suscitare reazioni di disgusto o incredulità, queste capsule rappresentano una delle più promettenti frontiere della medicina moderna. Ma da dove nascono? E come sono passate da un trattamento di nicchia a una possibile rivoluzione nel campo della salute intestinale?
L’idea di usare il microbioma intestinale per curare malattie ha radici antiche. Già nella medicina cinese del IV secolo d.C. si parlava di “zuppe di feci” per trattare disturbi digestivi. Tuttavia, la scienza moderna ha riscoperto questo concetto solo di recente, con i trapianti di microbiota fecale (FMT – Fecal Microbiota Transplantation) come trattamento per infezioni intestinali resistenti, in particolare quelle causate dal batterio Clostridioides difficile.
Il trapianto fecale tradizionale prevede l’introduzione diretta delle feci di un donatore sano nell’intestino di un paziente, attraverso clisteri o sonde nasogastriche. Sebbene efficace, il processo risulta scomodo e poco attraente per i pazienti. Qui entrano in gioco le poop pills, capsule che contengono microbi intestinali purificati, eliminando la necessità di procedure invasive e migliorando l’accettabilità del trattamento.
Nel corso del tempo, le tecnologie di purificazione hanno reso le capsule sempre più raffinate. Oggi, invece di contenere feci intere, queste pillole contengon estratti batterici liofilizzati, garantendo sicurezza e riducendo il rischio di trasmissione di patogeni.
Se inizialmente le poop pills erano impiegate principalmente contro le infezioni da C. difficile, ora i ricercatori stanno esplorando il loro utilizzo per una vasta gamma di disturbi quali:
Malattie infiammatorie intestinali (Morbo di Crohn, colite ulcerosa)
Sindrome dell’intestino irritabile (IBS)
Disturbi metabolici come obesità e diabete
Patologie neurologiche (tra cui, autismo e m. di Parkinson)
Alcuni studi suggeriscono che il microbiota intestinale potrebbe influenzare persino il sistema immunitario, aprendo la strada a trattamenti per allergie, malattie autoimmuni e persino per migliorare l’efficacia dell’immunoterapia contro il cancro.
L’industria farmaceutica ha fiutato il potenziale delle poop pills, con aziende che stanno sviluppando versioni sempre più avanzate, come capsule sintetiche basate su microbi specifici anziché su feci umane. Nel 2022, la FDA ha approvato il primo trattamento a base di microbiota fecale in capsule per infezioni da C. difficile, segnando un passo importante verso la regolamentazione e l’accettazione mainstream di questa terapia.
L’idea di ingerire batteri intestinali potrebbe sembrare strana, ma la scienza continua a dimostrare che la salute intestinale è fondamentale per il benessere generale. Con ulteriori ricerche, le poop pills potrebbero diventare una terapia standard non solo per le malattie digestive, ma per una serie di condizioni complesse.
Forse un giorno non ci stupiremo più di vedere queste capsule sugli scaffali delle farmacie accanto ai probiotici. Nel frattempo, la ricerca prosegue e il futuro del microbioma sembra più promettente che mai.