Che i batteri siano capaci di interagire con i più diversi sistemi del corpo umano è ormai una conoscenza acquisita e, ciò nonostante, riescono sempre a stupirci. Mai sentito parlare delle componenti batteriche della fame? Proprio così, la fame. E’ ben noto che può dipendere da motivazioni biochimiche, nervose, metaboliche, o endocrinologiche, ma pochi sanno che anche i batteri possono influire su questa sensazione.
Come? In almeno due modi; il primo, grazie all’induzione di una sindrome metabolica. Questa modalità è dimostrata dal fatto che un trapianto di batteri prelevati dall’intestino di una donna al terzo trimestre di gravidanza è in grado di dar luogo ad una sindrome metabolica in topi cresciuti in condizioni di sterilità intestinale. Gli animali, dopo aver ricevuto il trapianto, iniziano a manifestare un’incredibile voracità che li porta a consumare circa il 30% di cibo in più rispetto ai soggetti di pari sesso ed età.
L’altro modo passa attraverso una serie di modifiche che coinvolgono leptina e grelina, due ormoni deputati al controllo della fame. Questa seconda modalità è dimostrata dal fatto che mentre l’infezione da Helicobacter Pylori sembra dar luogo a una diminuzione della fame, la sua eradicazione ne produce un sensibile aumento. Le evidenze rimangono conflittuali, ma certo il riscontro è interessante. E, ancora una volta, ci fa capire quanto profonde siano le interazioni esistenti tra flora batterica e ospite.