L’alterazione dell’eco-sistema microbico intestinale da inevitabilmente origine a disfunzioni intestinali e stati di malessere che originano dall’alterazione delle funzioni metaboliche e immunitarie che sono correlate alla flora batterica intestinale. E’ stato dimostrato infatti che gli enzimi prodotti dai batteri sono in grado di alterare la funzione degli acidi biliari, degli enzimi pancreatici, di danneggiare le giunzioni mucose intestinali, rilasciare tossine; alterando in questo modo il milieu intestinale e causando alterazioni infiammatorie in grado di estendersi a diversi organi e sistemi del corpo.
Sulla base delle ricerche attualmente disponibili è possibile classificare le disbiosi intestinali sulla base di quattro diverse categorie: putrefattive, fermentative, da deficienza e da sensibilizzazione, a ciascuna delle quali corrisponde un meccanismo eziopatogenetico ed una sintomatologia specifici.
Nelle disbiosi putrefattive – che originano da un aumento della quota di Batteroidi a spese dei Bifidobatteri, causata da eccessiva assunzione di carni e di grassi saturi associata a una scarsa introduzione di fibre vegetali insolubili – oltre ad aversi cattiva digestione, stato di malessere addominale, torpore postprandiale, senso di stanchezza generale, si avranno costanti alterazioni delle funzioni intestinali, depressione dell’umore, diminuzione della memoria, dolori e debolezza muscolare, alterazioni della sensibilità a mani e piedi.
Nelle disbiosi fermentative – che originano da una scarsa secrezione acida da parte dello stomaco associata ad una iperproduzione di batteri e lieviti a livello di stomaco e intestino tenue spesso motivata da un’intoleranza a glutine e carboidrati – si avranno sensazioni di gonfiore, costipazione, alternanza di stipsi e diarrea, associate a senso di malessere e affaticamento generale che vengono classicamente aggravati dall’assunzione di carboidrati.
Ben più gravi, ma meno facilmente differenziabili tra loro, appaiono essere le disbiosi da deficienza e sensibilizzazione – entrambe causate e mantenute da eccessiva assunzione di sostanze inquinanti tossiche, terapie antibiotiche e più in generale da condizioni che causano una diminuzione delle quote di batteri probiotici e un’alterazione della motilità intestinale – che danno origine a disbiosi e infiammazione che vanno dalla sindrome dell’intestino irritabile fino allo sviluppo di vere e proprie disbiosi e malattie infiammatorie intestinali.
Il fatto che queste due ultime condizioni hanno in comune è quello di essere causate e mantenute da uno stile di vita stressante e da dieta ricca di alimenti industriali addizionati di sostanze chimiche, dall’eccessivo uso di antibiotici (assunti per scopi farmacologici o indirettamente mediante l’ingestione di carni di bassa qualità) e infine, il fatto di dare origine ad una serie di alterazioni infiammatorie. Questi stati infiammatori, spesso di natura silente (essendo dovuti più alla produzione di citochine che non di prostaglandine infiammatorie), vengono oggi ritenute infiammazione e cardiopatie delle malattie del progresso dato che – a lungo andare – possono esitare nello sviluppo di obesità, cardiopatie e tumori.