Una recente review apparsa qualche mese fa su Annals Of Internal Medicine che ha esaminato tutti gli studi randomizzati e controllati che sono stati pubblicati sui probiotici dal 2015 ad oggi, solleva un interrogativo spinoso.
Come mai nella maggior parte dei trials considerati non viene fatta alcuna menzione agli eventuali effetti collaterali, agli effetti dannosi o a qualsivoglia considerazione sulla sicurezza dei prodotti utilizzati?
Negli studi che riguardano i farmaci una tale leggerezza porterebbe inevitabilmente al respingimento dell’articolo da parte dei referee della rivista.
Qui invece, forse perchè si tratta di prodotti che vengono tuttora considerati semplici supplementi alimentari, tale mancanza viene tacitamente tollerata al punto che è ormai divenuta costume.
Se pensiamo che leggerezze ugualmente gravi (seppure di tipo diverso) sono state riscontrate anche nei trials clinici che indagano gli effetti dei trapianti fecali, forse è arrivato il momento di usare nei confronti delle manipolazioni del microbiota intestinale lo stesso metro e la stessa misura che vengono utilizzati da sempre nei trials farmacologici.