Se volete saperne di più sull’evoluzione della dieta dell’uomo non potete evitare di andare a caccia di paleofeci, ovvero di reperti fecali mummificati, questa almeno è l’opinione di Frank Maixner, microbiologo all’Eurac Research Institute for Mummy Studies di Bolzano.

Maixner è uno specialista nella ricerca e nell’analisi di biomolecole ricavate da tessuti mummificati ed è anche grazie alle sue ricerche condotte sul corpo mummificato di un minatore rinvenuto in una miniera di sale autriaca e risalente all’età del ferro che è possibile scoprire in che cosa consistesse la dieta dell’epoca.

Grazie a questo tipo di ricerche Maixner è in grado di affermare che il microbioma intestinale dell’uomo europeo rimase comparabile a quello dei cacciatori raccoglitori fino all’avvento del periodo barocco, a partire dal quale inziò a perdere in ricchezza e biodiversità.

Questa scoperta è interessante in quanto ci fa riflettere sul fatto che, dopo più di tre secoli di cambiamenti nell’ecologia intestinale è abbastanza difficile riuscire a recuperare ciò che è andato perduto.

Allo stesso tempo però, lo studio di Maixner evidenzia chiaramente che la dieta seguita dall’uomo di sale (a base di cereali, legumi, noci, frutti di bosco, formaggio blu e birra) e quella di un uomo moderno che segua uno stile nutrizionale tradizionale non siano poi così lontane tra loro, invitandoci a pensare che qualcosa possa essere fatto per ritrovare un po’ della biodiversità originale.