Da qualche anno si è diffuso un nuovo termine, attualmente molto usato nella community dei ricercatori, per descrivere il rapporto tra ambiente esterno e ambiente interno dell’uomo unitamente agli effetti, o alle risultanze (sia fisiologiche che patologiche) dell’incontro tra essi. Il termine in questione è: esposoma.
Perchè dovremmo studiare l’esposoma? Il motivo è molto semplice. Tutti gli studi che sono stati finora condotti sull’impatto della genetica sulla salute dell’uomo dimostrano che soltanto il 10% delle malattie possono ragionevolmente essere collegate ai geni. Il resto, ha a che fare con il modo in cui viviamo (lo stile di vita).
E qual è il più importante mediatore del rapporto dell’uomo con l’ambiente? Il mondo dei microrganismi che vivono in condominio con il suo corpo. È dall’interazione che si crea tra stile di vita, microbiota e genetica dell’ospite che nasce la definizione dell’intestino come un bioreattore in grado di fungere da acceleratore evolutivo per l’ospite o, viceversa, dare luogo a diversi tipi di patologie.
E ciò spiega perchè lo studio dell’esposoma è importante. Grazie a questo tipo di ricerche è infatti possibile pensare a metodi concreti per la valutazione del rischio-salute nell’uomo. E non si tratta affatto di un’ipotesi irreale. Fidatevi…