Nelle pagine precedenti abbiamo cercato di spiegare perché abbiamo scelto di basare il progetto su un meccanismo di crowdsourcing e di crowdfunding. In questa sezione cercheremo di spiegare come funziona praticamente questo meccanismo.

Iniziamo col dire che la fase del progetto che è attualmente in corso è quella che si riferisce al campionamento della flora microbica intestinale, ma questo non impedisce a tutti coloro che vogliano eseguire campionamenti più ampi di partecipare ugualmente. L’unico problema è che in questa fase sarà possibile sottoporre alla nostra equipè soltanto i campioni di microbioma intestinale (la fase di raccolta degli altri campioni inizierà in un secondo tempo).

Il modo più semplice per partecipare al Progetto Microbioma Italiano in questo momento, consiste pertanto nel raccogliere un campione di feci ed inviarlo ad un laboratorio con la richiesta di un sequenziamento genomico 16s rRNA della flora batterica per poi caricare i dati ottenuti in un database che sarà il contenitore di tutti i dati inerenti i sequenziamenti e che ci permetterà di realizzare un atlante della flora batterica intestinale dell’italiano medio.

Il problema consiste nel fatto che in Italia questo tipo di analisi viene attualmente eseguita solo in alcuni laboratori universitari ed è estremamente costosa (oltre 1000 euro ad esame). E’ possibile però far eseguire l’esame presso uno dei laboratori convenzionati con lo Human Microbiome Project spendendo circa 100 euro e recuperando gran parte della spesa passando coupon a familiari o amici. Grazie a questo meccanismo che negli USA viene spesso utilizzato per autofinanziare la ricerca, l’inviante riceve dal laboratorio il 20% della spesa sostenuta dall’inviato, che a sua volta risparmia il 10% sul prezzo di listino dell’esame. Invitando cinque amici a partecipare al progetto, si recupera pertanto la spesa fatta e si allarga la base di partecipanti permettendo così l’accumulo di un maggior numero di dati.  Una donazione realizzata dal gruppo Banche di Credito Cooperativo che è attualmente in fase di perfezionamento, permetterà anche alle fasce meno abbienti della popolazione di partecipare al progetto a costo zero.

Il laboratorio da noi attualmente utilizzato per questo progetto di ricerca è uBiome, una struttura afferente all’ Istituto di Bioscienze Quantitative dell’ Università della California a San Francisco.

Cosa si ottiene in pratica partecipando a questo progetto? Il sequenziamento genomico della flora intestinale non è un esame diagnostico (o almeno non ancora). Dunque non serve per diagnosticare una malattia specifica. Ma serve per capire quali famiglie di batteri sono presenti nell’intestino di un soggetto.

A che serve disporre di questa informazione? E’ noto che la presenza nell’intestino di determinate famiglie batteriche si associa al rischio di sviluppare diverse malattie. Tra queste vi sono: le malattie infiammatorie intestinali, alcune malattie autoimmuni, alcune malattie cardiovascolari, l’obesità, il diabete di tipo 2, alcune malattie neurologiche e alcuni tumori gastrointestinali. Si sa inoltre che modificando il proprio stile di vita è possibile selezionare determinate famiglie batteriche a scapito di altre e pertanto modificare le percentuali relative della flora batterica.

Quindi al di là del fatto di sostenere la ricerca scientifica, conoscere gli abitanti del proprio intestino permette dunque di prevenire molte malattie.