Si sa da tempo che numerosi farmaci antipsicotici e antidepressivi sono dotati di effetti antibiotici e si ritiene che questa sia una delle ragioni per cui le terapie psicofarmacologiche sono spesso associate allo sviluppo di malattie metaboliche e a una diminuzione di ricchezza e diversità del microbioma intestinale.

La perdita di ricchezza e biodiversità si correla con la gravità dell’aumento di peso e con l’insorgenza e la gravità dell’insulino-resistenza scatenate dagli effetti collaterali causati dall’effetto dei farmaci sui loro recettori. Queste alterazioni contriuiscono alla diminuita aspettativa di vita dei pazienti psichiatrici.

I pazienti psichiatrici in terapia presentano una riduzione di specie batteriche produttrici di butirrato e un’aumentata quantità di specie produttrici di acido lattico e di batteri associati con il metabolismo del GABA e del glutammato.

Tutto ciò ha indotto molti ricercatori a chiedersi se possa essere utile in questi pazienti la somministrazione di probiotici e sinbiotici al fine di ridurre gli effetti metabolici indotti dai farmaci.

Recentemente è stata pubblicata una review degli studi che hanno analizzato gli effetti di questo tipo di interventi che ha evidenziato come la somministrazione di sinbiotici (ma non di probiotici) fosse stata in grado di prevenire l’aumento di peso e di migliorare i parametri di laboratorio associati alla sindrome metabolica.

Data l’ottima tollerabilità di questo tipo di prodotti e l’assenza di effetti collaterali significativi tale supplementazione sarebbe da raccomandarsi – a nostro parere – in tutti i pazienti che assumono una terapia antipsicotica, specie se associata a una terapia antidepressiva.