Risale alla fine dell’estate la pubblicazione di una review di due database scientifici (PubMed e Scopus) che è andata alla ricerca di tutti gli studi controllati eseguiti su pazienti umani negli ultimi undici anni, alla ricerca di possibili associazioni tra alterazioni del microbioma intestinale e patologia psichiatrica.

I risultati ottenuti sono significativi (ma soprattutto interessanti) in quanto tutti gli articoli esaminati hanno evidenziato una chiara differenza tra pazienti psichiatrici e individui sani, in aggiunta a una associazione tra patologie psichiatriche e presenza di determinati phyla batterici.

Le patologie in cui è emersa tale correlazione sono nell’ordine: la depressione, i disturbi dell’adattamento allo stress, i disturbi dello spettro autistico, gli episodi psicotici acuti e i disturbi d’ansia. In tutti questi casi era riscontrabile un’anomalia caratteristica.

L’anomalia consisteva in un deficit di attività fermentativa con conseguente diminuita produzione di acidi grassi a catena corta (SCFA) e in un aumento dei phyla pro-infiammatori. Questo riscontro conferma le più recenti teorie fisiopatologiche che collegano l’insorgenza di alcuni disturbi mentali (prima fra tutti la depressione e i disturbi dello spettro depressivo) all’infiammazione.

Per approfondire questi argomenti rileggete anche il nostro articolo del mese scorso.