Pochi lo sanno, ma il disturbo depressivo maggiore è stato frequentemente correlato sia con un aumento della permeabilità intestinale che con modifiche statisticamente significative del microbioma intestinale.

Pochi sanno inoltre che molti antidepressivi sono dotati di effetti antimicrobici (l’iproniazide, che fu il primo farmaco antidepressivo ad essere messo in commercio, era un anti-tubercolare) e non è strano pertanto ipotizzare che parte dell’efficacia degli antidepressivi potrebbe essere correlata al loro effetto sul microbioma intestinale.

Viceversa, alcuni antibiotici hanno effetti antidepressivi e la cosa non deve stupire dato che è ben noto che alcuni batteri possono influenzare l’umore.

Uno studio pubblicato da un gruppo brasiliano sul numero di gennaio del Journal of Affective Disorders  fa il punto della situazione e si chiede quanto vi possa essere di utile (dal punto di vista terapeutico) in queste correlazioni tra intestino e affettività.

L’articolo non giunge a conclusioni definitive, ma è interessante in quanto ci induce a riflettere su quanto poco sappiamo a tuttoggi sulle correlazioni che esistono tra intestino e cervello.