In un mondo dove l’obesità è ormai una condizione fisica molto più rappresentata della magrezza, e nel quale le persone sono alla continua ricerca di soluzioni magiche ai propri problemi, la chirurgia bariatrica sta conoscendo una fase di particolare fortuna.

Programmi televisivi come “Vite al limite” inducono molti pazienti a ritenere che un intervento miracoloso possa risolvere una volta per tutte i problemi di una vita, che spesso dipendono da un complicato mix di fattori predisponenti, scatenanti e di mantenimento.

Ma cosa succede al microbioma intestinale dopo un intervento chirurgico che altera radicalmente il transito intestinale? Qualcuno finalmente comincia a porsi questa domanda e le risposte iniziano ad arrivare.

Da quello che si è visto fino ad ora, le profonde modifiche indotte sulla flora batterica intestinale sembrano essere un fattore che contribuisce al mantenimento della perdita di peso e questo è un fatto positivo per quanto riguarda l’esito dell’intervento.

D’altro canto, non è ancora chiaro l’effetto che tali modifiche, unitamente alle prolungate terapie antibotiche somministrate prima e dopo questo tipo di interventi, possano avere sull’immunità del soggetto. E il sospetto – in questo caso – è che l’effetto finale possa essere negativo.

Pertanto, fino a che non si sarà fatta maggiore chiarezza in proposito, sarebbe saggio limitare questo tipo di interventi esclusivamente ai casi di grave obesità morbigena (BMI > 40).