La dipendenza da cocaina costituisce un grave problema di salute pubblica che appare in continua crescita in Italia, come pure nel resto del mondo. Questa settimana mi è capitato casualmente sotto gli occhi uno studio sperimentale pubblicato su Nature nel 2016 nel quale gli autori fornivano la prima prova che i cambiamenti nel microbioma intestinale hanno effetti significativi sia sull’uso di cocaina che sul craving che consegue all’astinenza.

Nei pazienti con una storia di disturbo da uso di cocaina, esiste un rischio significativo di ricaduta e non vi sono trattamenti farmacologici efficaci nel ridurre questo rischio. Quindi, lo studio si chiedeva se il microbioma intestinale potesse influire sulla ricerca di droga motivandone le ricadute.

Nel protocollo dello studio, il team di ricerca somministrava antibiotici in un modello di roditore per misurare gli effetti comportamentali di un microbioma impoverito, evidenziando come gli animali disbiotici assumevano più cocaina e tendevano più degli altri a ricercare droghe dopo l’astinenza.

Ciò sembrerebbe suggerisce che gli effetti gratificanti della cocaina erano stati influenzati dalla ricchezza e dalla varietà del microbioma intestinale. Oltre ai cambiamenti comportamentali, il team di ricerca scoprì che l’esaurimento del microbioma aveva modificato in modo significativo importanti marcatori neurobiologici nelle strutture cerebrali legate alla ricompensa (reward).

Ed infine che gli effetti della deplezione del microbioma potevano essere invertiti con l’aggiunta di acidi grassi a catena corta. A conclusione dell’articolo gli autori osservavano che questi risultati costituivano una base importante per studi futuri sulla composizione microbica e su come i livelli di metaboliti agiscono sulla ricerca di droghe e sulla motivazione.

Un nuovo studio ha nel frattempo confermato l’utilità degli acidi grassi nella prevenzione del craving da cocaina. Take home message: forse può essere utile somministrare acidi grassi a catena corta nei programmi di disassuefazione da cocaina.