Non occorrono complicate ricerche di mercato per rendersi conto che l’interesse per i test del microbioma intestinale è andato crescendo sistematicamente ed è previsto in crescita almeno fino al 2027.

Più difficile è capire quale sia l’evoluzione effettiva del settore limitandosi a guardare i report generati dai diversi laboratori che offrono attualmente questo servizio in modalità direct to consumer (ovvero non richiesto direttamente da sanitari).

Quello che si vede è un tentativo da parte dei diversi providers di offrire report sempre più user-friendly con l’intenzione (nemmeno tanto mascherata) di fornire al paziente indicazioni pratiche sul da farsi, bypassando in questo modo ogni supervisione specialistica.

In pratica si corre il rischio – oltre che di banalizzare uno strumento molto raffinato – di indurre le persone a pensare che un test alterato possa essere “ottimizzato” con semplici interventi “fai da te” e qualche nutraceutico acquistato online o in farmacia, senza che vi sia il bisogno di chiedersi quali sono le cause di tali anomalie (fareste forse lo stesso riscontrando una piastrinopenia, o una ipertrigliceridemia, in un esame ematologico?).

Non bisogna dimenticare che un test del microbioma – oltre a non costituire attualmente uno strumento validato dalla scienza medica – è un mezzo per arrivare a una diagnosi medica e non per improvvisare interventi “fai da te”.

Ecco perchè, abbiamo deciso di inaugurare una nuova serie di workshop dedicata ai professionisti della salute per insegnare loro come orientarsi nella scelta di un test e come utilizzarne praticamente i risultati.